Quaresima: tempo speciale di grazia

quaresima

La Pasqua è la celebrazione cardine, il cuore di tutto l’Anno Liturgico. Ben presto i cristiani hanno sentito l’esigenza di preparare e prepararsi per questa celebrazione così importante. All’inizio il periodo di preparazione consisteva nei due giorni immediatamente precedenti alla celebrazione pasquale, dedicati alla preghiera, al digiuno e alla riflessione; successivamente questa preparazione venne estesa ad una intera settimana, fino ad arrivare, nel IV secolo, ad abbracciare quaranta giorni (noi conosciamo la simbolicità di questo numero: il diluvio durò 40 giorni;  Elia ha camminato 40 giorni e 40 notti prima di arrivare all’Oreb, su cui incontra Dio; Mosè è stato 40 giorni e 40 notti sul Sinai; i 40 giorni di Gesù nel deserto). La Quaresima è un tempo speciale di grazia che Dio ci dona; è un’occasione da cogliere al volo perché possa iniziare un serio cammino di conversione, perché possiamo deciderci a ri-centrare e ri-fondare la nostra vita sulla roccia che è la Parola di Dio; la Quaresima è il tempo opportuno per ritornare a quella opzione fondamentale verso il bene da cui molte volte ci siamo allontanati. Il tempo quaresimale è l’occasione per vivere in maniera più intensa e profonda la nostra relazione con Dio (tempo di preghiera); è tempo per imparare a dimenticare noi stessi per l’altro, per abbandonare tutto ciò che pesa e ritornare al cuore, all’essenziale: Dio, la sua Parola, i valori (tempo di spoliazione, digiuno, sobrietà). In questa prospettiva teologica va compreso il digiuno quaresimale, che non è fine a se stesso, ma è porta che ci apre a Dio e al prossimo (tempo di carità e condivisione). Un ulteriore aspetto della Quaresima che va messo in luce è quello della comunitarietà. L’itinerario quaresimale non è il cammino di un individuo isolato, ma è viva esperienza ecclesiale e comunitaria. Nella Chiesa antica c’era la prassi della penitenza pubblica e l’ordo dei penitenti costituiva una piccola comunità; alla fine della Quaresima questi penitenti pubblici venivano riammessi nella comunità tutta. La Quaresima deve essere anche l’occasione per sentirci parte di un unico corpo, che è il corpo ecclesiale, che è la Chiesa e vivere la Quaresima non solo come singoli (io e il mio fioretto, io e le mie devozioni), ma come comunità è davvero una sfida. La Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, sia per tutti una palestra per crescere nella conoscenza di Dio (preghiera, meditazione, via crucis, parola di Dio) e nella testimonianza di vita (carità, santità, cammino di conversione).

A cura di don Agostino Porreca

 

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