Categoria: Pensiero del giorno

Il miracolo delle lacrime

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Chi non ha mai pianto non è un vero uomo e tanto meno ha una fede viva.

Tra i tanti miracoli dell’umanita quello delle lacrime è  il più bello, perché schiude il cuore alla gioia e al dolore, al sorriso dell’accoglienza e alla tristezza del rifiuto.

Dipingono il ritratto dell’ anima nell’ istante di versare il nettare della sua bellezza.

Gli occhi asciutti sono quasi sempre insignificanti, a differenza di quelli bagnati, che donano sempre scintille di dolcezza.

Nessuno può gustare intensamente la vita, se non passa attraverso le lacrime; come nessuno può raggiungere il Cielo, se i suoi occhi non hanno mai pianto.

Esiste la gratitudine?

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Molti chiedono gratitudine per ogni gesto di benevolenza.
Non avendola,spesso si chiudono in sé  e  si fanno sordi ad ogni grido di necessità.
Purtroppo,  ancora pochi sono quelli che hanno imparato a donare senza corrispettivo.
E  pochissimi  quelli che provano gioia più nel dare che nel ricevere.
Ma al di lá del pensiero altrui, io mai nulla ho donato in attesa di qualcosa.
Mai  ho cercato gratitudine da qualcuno,  se non da me stesso,
che vedendomi sulle onde del vangelo, trovo nel sorriso di Cristo,
la gratitudine più grande, quella che apre la porta del Cielo.

Gesú senza scrivania

scrivCome è triste che tanti uomini di chiesa predicano solo dal pulpito delle scrivanie,
senza mai scendere tra la folla, per sentire l’odore della sua sofferenza.
Si fermano alle parole scritte, quasi sempre nel disincanto della realtà,
oppure ai colloqui perditempo, e si illudono così di essere veri pastori.
Purtroppo, dimenticano che Gesù non ha avuto mai una scrivania.
La penna  con cui scriveva nei cuori erano i suoi occhi.
Le sue  parole erano i respiri di verità, che riscaldavano ogni anima.
Il suo volto, immagine visibile del Padre, era la fonte dell’ amore
che bagnava chiunque si poneva in ascolto.

I preti a volte come i medici

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Molti preti,a volte, sono un pò come i medici: sanno parlare, ma non sanno ascoltare.
Usano parole difficili, tecnicamente profonde, però non sempre adatte alla comprensione.
Ciò che per essi è un vocabolario semplice, almeno in apparenza,risulta complicato per chi ascolta.
Un gioco verbale che uccide ogni dialogo e pone le basi, per creare cecità nel cuore.
Sbaglia chi pensa che, solo con il parlare o lo scrivere bene, può inserirsi in chi ascolta o legge.
È necessario, invece, mostrarsi sempre disponibile, quando qualcuno chiede di essere ascoltato.
Qui, nell’incontro di due persone, di due cuori e, soprattutto di occhi che parlano,solo guardandosi,
ognuno sentirà l’odore del vero e potrà camminare con i suoi piedi,sull’ arcobaleno della verità.

Sognare per vivere e vivere per sognare

sog

 

Sognare per vivere e vivere per sognare può accarezzare lo scorrere del tempo,  può donare all’ esistere voglie diverse, ma non apre veri e reali orizzonti, dove ognuno scopre ciò che  é  e  quello per cui sogna e vive.

Imprigionare la vita solo in un andirivieni di sogni, fragili come il canto di una cicala, non la rende affatto appagante, anzi la diseduca dal vivere bene il suo destino,  che,  aldilà di tante contraddizioni, ha in sè la speranza delle cose di lassù.

Chiudersi, pertanto,  in questo circolo vizioso,  impedisce qualsiasi volo di conquista definitiva e sciupa il vivere e il sognare in povere appendici,  quasi ali bagnate di una farfalla,  che fa fatica persino a trovare la strada del ritorno.

Saperci sbarazzare di noi stessi

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Credo che il problema più delicato e difficile per ognuno di noi,  è sapersi  liberare dalle tante onde di cattiveria, odio ed invidia, che attorcigliano il cuore e lo rendono come un mare sempre agitato.

Sbarazzarci di ciò che alligna nella profondità dell’ io, dove è  nata una forma di convivenza, che fa sembrare un pò tutto normale, persino il male, è  un atto di coraggio, un gesto di vera pulizia, necessari per trovare noi stessi.

Oggi, sia nelle piccole che nelle grandi cose, non siamo più presenti a noi stessi: siamo trainati dal nostro disagio interiore, che,  finchè, come bussola orienta la vita, apre la porta a qualsiasi follia.

La verità di tanti eventi nefasti, che accadono tra di noi,  è da cercarsi appunto in questo grave disagio, che non trovando schiarita alcuna, ci veicola in un mondo di contraddizioni, dove tutto si tinge di nero.

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É difficile trovare un uomo che non ha mai pianto.

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É difficile trovare un uomo che non ha mai pianto.Se in lui ancora resiste un pensiero, una speranza di Dio e di umanità, troverà sempre occasioni di cuore, che gli aprono gli occhi.Anzi, chi crede di essere un duro, solo perché ostenta una maschera di insensibilità, non può non sentire le lacrime, appena riconquista la verità del suo sguardo.Esse sono il passaporto per bussare alla porta di se stesso e per vedere bene il volto di Dio.Del resto, la storia vera di un uomo non si scrive con gli occhi asciutti, ma con l’ inchiostro delle lacrime versate durante la vita.E sono sempre lacrime di sofferenza e di gioia.

La bellezza del donare

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Il poeta contemporaneo, Giorgio Caproni, scrive:” Tutti riceviamo un dono. Poi non ricordiamo più né da chi né che sia. Soltanto ne conserviamo, pungente e senza condono, la spina della nostalgia”.

La storia di ognuno è  un intarsio di doni ricevuti e presto dimenticati . Nemmeno il tempo per dire grazie che subito si accende la speranza di chiedere qualcos’altra.

E’ un circuito senza sosta, dove  non esiste ingratitudine del sorpasso: ciò che conta è avere qualcosa, che solo quando manca, accende il ricordo e, quindi,  la spina della nostalgia. Non tanto della presenza di chi ha donato , quanto dell’assenza  della cosa ricevuta.

Purtroppo, viviamo in un mondo strano, dove la riconoscenza è solo  un arco di tempo, che va da un piacere all’altro. E in questo frattempo così  breve, nonostante tutto,  ognuno potrebbe sperimentare una grande verità:  la bellezza di donare indipendentemente  da ogni genere di grazie.

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Scrivere la propria identitá

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Gli occhi, la mente ed il cuore degli uomini moderni non hanno più davanti a sé altre mete, se non quelle di correre sempre sugli stessi circuiti dell’ interesse e dell’ effimero.

Hanno smarrito, durante la giornata, il desiderio di levare al cielo un pensiero, un sospiro di richiesta: corrono senza alcuna fiducia, se non in se stessi.

E proprio qui cadono, anzi precipitano, perché una vita con gli occhi bassi, prigioniera della ragnatela da essa intessuta, rischia di imbattersi in un precipizio.

Pertanto, oggi più che mai, è necessario aprire gli occhi al cielo, non per eludere la realtà, che resta sempre un misto di stupore e di pensosità, ma per cercare, al di là del visibile, quelle pagine ancora bianche, in cui é possibile scrivere la propria identitá di figlio di Dio.

La fedeltà nelle piccole cose

fedLa grandezza di un vero cristiano non si misura sull’ eroicità dei suoi comportamenti, ma sulla fedeltà quotidiana alla fede, all’amore, alla giustizia e a tutti gli impegni assunti nel battesimo.

E’ facile essere eroi per una volta, ma è  difficile vivere da eroi e, soprattutto, essere fedeli nelle piccole cose.

Ed è  proprio questa fedeltà, che racchiude il respiro di grandezza ed imprime il sigillo dell’ autenticità cristiana.

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