Il Papa a Caserta

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Il desiderio di andare, vedere, toccare Papa Francesco non si arresta in alcun modo, anzi coinvolge tutti, piccoli e grandi, entrambi sedotti dal suo sguardo penetrante, dalla semplicità delle parole, dalla delicatezza dei suoi gesti.

C’ è  nella sua persona un fascino, che lo rende punto di attrazione.

Chiunque sente il profumo della novità, non perché dice cose nuove, ma perché con il suo modo di dire e fare, rende nuove persino le cose più comuni.

Non parla come tanti, che credono di essere gli esclusivi depositari della verità  né  indossa abiti pregiati.

Non usa studiate tecniche di comunicazione né  espressioni stereotipate di alta dottrina.

Le sue sono espressioni di facile comprensione, che catturano subito i cuori di chi ascolta.

E le porge con la dolcezza di un Padre, che fa sentire tutto il suo amore, per cui chi ascolta prova solo vicinanza e non distanza.

Quasi vede in Lui un divino nascosto che parla mediante le sue labbra, gesticola con le sue mani, guarda con gli occhi del suo cuore.

Sembra una pioggia di semi uscire dalla sua bocca ogni volta che parla, pronti ad essere raccolti da coloro che sono presenti.

Semi che si trasformano in un gioco di domande esplicite e risposte silenziose, che mirano a raffrontare il vissuto di chi ascolta con il contenuto del Vangelo del giorno.

E qui si percepisce la presenza dello Spirito Santo, che regala non solo a Lui che parla, ma anche a chi ascolta la sua ricchezza, la quale apre alle sorprese di Dio e facilita la comprensione della bellezza e della presenza nel mondo di Cristo.

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