La Presentazione di Gesù al Tempio

gesù

La liturgia della Parola di questa Domenica pone alla nostra attenzione il racconto della presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme. Un racconto tratto dal Vangelo di Luca.

Ci si trova al cospetto di un fatto storico-teologico, che viene arricchito ed interpretato con figure, riferimenti e citazioni del Vecchio Testamento. Infatti, non si può negare che alla narrazione di oggi, dove leggiamo  che Giuseppe e Maria portano Gesù al tempio, per adempire la duplice prescrizione della legge di Mosè: presentazione del primogenito maschio al Signore e purificazione della madre dopo  40 giorni dal parto, soggiace la storia  del piccolo Samuele, divenuto poi un grande profeta,  presentato dalla madre al sacerdote Eli. (I Sam 1,24-28)

Ebbene,le parole che il Vangelo oggi mette  sulle labbra del vecchio Simeone, simbolo di tanti altri che in Israele aspettavano il Consolatore, la salvezza messianica,  sono il punto fondamentale e centrale del racconto. Esse contengono nella prima parte una proclamazione, nella seconda invece  una profezia.

Premesso che sia Simeone che la profetessa Anna incarnano l’attesa messianica del popolo di Israele, è opportuno sottolineare che nella proclamazione  registriamo l’ esatta valenza del mistero che celebriamo oggi: sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, che aveva rivelato al vecchio Simeone, che non avrebbe visto la morte senza aver visto il Messia, Egli, Simeone, chiama Gesù Salvatore, luce delle genti e gloria di Israele. E dopo aver gustato tra le sue braccia il profumo di Dio, il Messia, Simeone si scioglie in un cantico di profonda tenerezza e di illuminata bellezza:” Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Un quadro veramente stupendo, dove due sono i protagonisti: Simeone e il Bambino,una vita che sta per tramontare, un’altra che è  appena fiorita. Sembra vedere la vecchiaia del mondo che accoglie fra le sue braccia l’eterna giovinezza di Dio.

Fin qui sembra che Maria e Giuseppe, presenti nel Tempio,  ascoltino soltanto scoppi di gioia, tanto è vero  che  provano grande stupore per le cose che tutti  dicevano di Gesù. Ma questa  gioia che canta il futuro di Gesù, subito si trasforma in un futuro di sofferenza. Infatti, nella seconda parte del racconto, il vecchio Simeone si rivolge a Maria, la madre di Gesù, alla quale dice  tre parole immense, che anticipano la vera storia di Gesù:” Egli è  qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione,  perché siano svelati i pensieri di molti cuori”. Un oracolo questo che delinea il vero volto di Gesù e la sua incidenza nella storia dell’umanità : salvezza e giudizio, accettazione e rifiuto, fede ed incredulità, che si scontrano in una lotta che ha come centro il Cristo.

Così,  dopo la proclamazione messianica, Simeone annuncia il dramma della passione di Gesù, nel quale Maria ha la sua partecipazione. Infatti, Simeone a Lei  dà un oscuro annunzio,  che ha come simbolo la spada che trafiggerà la sua anima.  Il che sta a significare che anche Maria è nel cuore della battaglia pro o contro suo Figlio; anzi, con le sue parole, Simeone sottolinea l’intima unione madre-Figlio. La stessa spada  che uccide il Figlio, trapasserà l’anima di Maria. Come si può constatare, Maria è associata intimamente al destino e alla morte del Figlio non solo per la sofferenza che prova ai piedi della croce, ma anche per il ruolo che Lei svolge nell’economia della salvezza. Esempio di  questa intima unione Madre-Figlio la troviamo nella  metafora della spada, che  è probabilmente un implicito richiamo al testo di Ezechiele 14,17, dove  leggiamo: “Una Spada attraversa questo paese”. La spada che attraversa Israele è la predicazione di Gesù, la Parola di Dio, che “è più tagliente di ogni spada a doppio taglio. Essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito… e sa discernere i sentimenti e il pensieri del cuore”. (Eb 4,12). Essa provoca la rovina di molti,  perché li obbligherà a svelare i pensieri occulti del loro cuore, prendendo posizione di fronte alla parola di Gesù: o con Lui o contro di Lui.

Ebbene questa stessa spada attraversa la vita di Maria nel senso che essa, comunicando con i sentimenti del suo popolo, ne sente tutta la tragedia dovuta al rifiuto di Gesù; e questa tragedia diventerà ancora più dolorosa ai piedi della croce. Pertanto, la parola dell’anziano Simeone segna un culmine di infinita sofferenza.

L’agire di questa spada, rifiuto del Vangelo, si accentuerà nella storia con la divisione Giudei-cristiani e continuerà anche nella storia della Chiesa. La sofferenza di Maria non è mai finita, perché essa, quale Madre,  ama tutti noi suoi figli e vorrebbe che tutti accogliessimo  Gesù per salvarci.

 

Lascia un commento

Devi autenticarti per lasciare un commento