L’ eterno mistero del dolore

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Negli ospedali, attraversando i corridoi dei reparti di oncologia, si nota che il sorriso è quasi straniero a coloro che l’affollano.
Si muovono come automi, in silenzio, stretti dalla morsa di una profonda pensosità.
Disincantati l’uno dall’altro, vivono con ansia l’attesa di una notizia liberante.

E su tutti aleggia l’angoscia di una spada tagliente:sani o malati?

È veramente duro trovarsi in tali reparti e posare il proprio sguardo su tanti volti incerti di ogni etá, già quasi spenti, prigionieri di una tensione, che ha il sapore dell’imprevedibile.

Ed è ancora più angosciante sbirciare nelle stanze e vedere  la sofferenza reale di chi sa e vive il dramma di quello che ha; oppure incrociare gli occhi di un bambino ignaro, che guarda con la dolcezza di un angelo.

È l’eterno mistero del dolore, nel quale ogni uomo trova o la strada della Croce, che gli apre il cuore di Dio, o quella dell’assurdo, che gli chiude con una pietra tombale ogni anelito di speranza.

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