Si dice che un buon prete deve avere un breviario ed un giornale.
Il primo, non per stare nel castello della preghiera, chiudendo la porta di ingresso a chi è fuori.
Il secondo, non per farsi assorbire dal terribile quotidiano, senza mai bussare alla porta del castello.
La preghiera vera fa varcare la soglia del mistero, ma non fa dimenticare ciò che sta prima di essa.
Anzi é proprio la coscienza di ció che uno é con sé e con il prossimo, che allarga l’ orizzonte della preghiera
e rende il suo castello un mondo dorato, dove é facile sperimentare il bisogno di Dio di rallegrarsi con ogni uomo.