Fuggirà un giorno da me senza rumore
in silenzio per ritornare là da dove
è venuta,non più bella e trasparante
immagine come dell’angelo messaggero
ma macchiata dalla mia fragilità,che
mai abbandona lo scorrere della vita
Non so se udrò almeno il suo fruscio
una carezza d’addio per l’ospitalità
che le diedi,un grazie per la gloria
che le mie croci lassù le segneranno
o pure un rimprovero per le pene che
quaggiù come incosciente le preparai
Spero solo che,quando sta per andare
via,rapita dalla sua natura,si fermi
per un attimo,dove posso raccogliere
mendico di perdono le energie ultime
per chiedere ricevere la benedizione
di chi mi accompagna con ali d’amore
Tutte hanno qualcosa in comune e anche se perfuse da un tenue pessimismo tutte ci lasciano una porta aperta per cambiare in tutto per poter sperare nella vita eterna. ma non è piu facile tutto ciò per un sacerdote che è più vicino a Lui e conosce per “mestiere” le cose da fare ? O lo stesso sacerdote è uguale a noi oppure è più svantaggiato rispetto a noi , vivendo una sua vita un po in solitudine in quanto non ha una famiglia concreta nella quale riversare i suoi affetti le sue ansie. Ma mi piace percè ci mette in cammino perchè noi possiamo fare molto per rendere onore alla nostra anima e consegnarla al signore in condizioni “buone” rispetto a quando l’abbiamo ricevuta.La vita di un cristiano alla fine dev’essere sempre in workprogress per confrontarsi e migliorarsi.Grazie Don Filippo per tutte queste sue opere bellissime e per il profondo sentimento che le pervade. Chiedo scusa ma non vuole essere offensiva x i sacerdoti la parola ” per mestiere”. Voglio dire che il sacerdote dev’essere un profondo conoscitore dell’animo umano e carpire anche le cose non dette x poter dare consigli e modus vivendi.
Ogni poesia racchiude un mondo quasi sempre valido per tutti. Infatti chiunque può vedersi e cogliere ciò che vuole. In me il pensiero dell’Oltre e’ una costante che mi accompagnerà sempre.