Lo Spirito Santo: Presenza di luce

pentecoste

La Pentecoste è la festa dello Spirito Santo. E’ l’iniziativa congiunta del Padre e del Figlio di inviare lo Spirito sul mondo. Inviato dal Padre e dal Figlio, lo Spirito Santo viene su di noi; è Lui che, dopo il Figlio, si inserisce nella storia della salvezza come l’altra mano del Padre, come dice S. Ireneo. E’ Lui che entra nella vita del mondo come servo di Cristo per interiorizzare nei cuori degli uomini il Vangelo, per diffondere tra loro i beni della Pasqua.
Ma noi conosciamo lo Spirito Santo? Crediamo veramente nella Persona e nell’azione dello Spirito Santo? Ebbene, Gesù ci ha parlato dello Spirito, ce ne ha indicato l’esistenza, ce ne ha rivelato il mistero:”Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio none, egli vi insegnerà ogni cosa……quando me ne sarò andato, ve lo manderò”. Gesù ci rivela anzitutto che lo Spirito Santo è qualcuno, cioè una persona. Egli appartiene al mistero dell’unico Dio, che vive in tre Persone uguali e distinte: Padre Figlio e Spirito Santo. Ci dice che lo Spirito Santo è presso di noi, con noi, in noi; ci santifica di dentro, è la nostra fecondità soprannaturale. Ci dice che “ci insegnerà ogni cosa, ci guiderà alla verità tutta intera”.
Lo Spirito Santo è nella chiesa una presenza di luce, di guida, di continuo arricchimento nei confronti della verità. E’ Lui che ci fa accettare Cristo per quello che è; attraverso di Lui si attua la nostra redenzione. Spesso proviamo stupore nel vedere la vitalità sempre fresca e giovane della Chiesa, ma non ci rendiamo conto che tutto è opera dello Spirito, agente primario di qualsiasi evangelizzazione. Non ci rendiamo conto che tutto continuamente viene vivificato dalla sua presenza invisibile, che aleggia su di noi, scende nei nostri cuori, aprendoci alle meraviglie di Dio.
Ed è proprio la verità e la realtà di questa Presenza misteriosa che trasforma ed accende i discepoli di Gesù, che da essa investiti riscoprono la fortuna di essere suoi discepoli nel desiderio mai spento di rendergli testimonianza sempre e dovunque.
La Pentecoste, infatti, restituisce al mondo la presenza di Gesù, ma in una condizione ed in una forma nuova. Il Cristo sarà ormai nell’uomo, dentro l’uomo, non solo di fronte all’uomo:”in quel giorno, a Pentecoste – dice Gesù – voi conoscerete che io sono in voi”. Nello stesso tempo, iniziano la missione e la storia della chiesa: alla comunità di grazia che Cristo istituisce a Pasqua, lo Spirito dona un’anima. A causa di quest’anima la Chiesa è una realtà vivente. Cristo fonda la Chiesa lungo gli anni della sua opera messianica, ma è a Pentecoste, con l’invio dello Spirito che egli dona ad essa il soffio della vita. Ed è proprio in virtù dello Spirito che essa dura nel tempo ed è capace di penetrare nel mistero di Cristo e nel cuore degli uomini. Senza la forza dello Spirito diminuiscono la fede e la speranza, cresce la paura nei credenti e nella stessa chiesa; si paralizza la missione, si accentuano le divisioni e le distanze. Tutto diventa senza sapore, tutto diventa insignificante. San Bonaventura diceva:”che cosa conta l’uomo, se non ha lo Spirito Santo?”. Tutto ciò che di bello, di positivo avviene nel mondo e nella chiesa è opera dello Spirito Santo. Tutto ciò che di santo si fa e si dice nella chiesa è opera dello Spirito Santo. Ecco perché noi dobbiamo affezionarci al Padre, perché è nostro Padre; al Figlio, perché è nostro Redentore e nostro fratello; allo Spirito Santo, perché è nostro santificatore. Lasciarsi sedurre dallo Spirito di Dio è un gustare nel Figlio l’amore del Padre; è un sentirsi pensato ed amato individualmente da Lui; è un assaporare la tenerezza e la gioia della propria presenza nel cuore di Dio. E sentirsi nel cuore di Dio è un miracolo quotidiano più bello che possa vivere l’uomo.

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