La vanità nella Chiesa

Pavone

Non si può sottacere che non sempre chi si pone alla sequela di Gesù, si lascia guidare dalla rettitudine delle intenzioni.  Spesso, l’amore che, egli pur nutre verso di Lui, viene accarezzato da una certa fuliggine di vanità, che lo svilisce in briciole di apparenza.
Per cui, facilmente corre il rischio di cercare più  qualcosa per sé , che testimoniare il suo andare dietro Gesù, il Quale già al tempo suo avvertiva tali atteggiamenti e li condannava senza mezzi termini.

Chi non ricorda i moniti contenuti nel Vangelo di Matteo, riguardanti chi fa l’ elemosina, chi prega o digiuna?  Non dice forse al primo:” Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra?”. O al secondo:” Quando preghi, entri nella tua camera e, chiusa la porta, preghi il Padre tuo nel segreto?”. Oppure al terzo:”  Quando digiuni, non assumere aria malinconica come gli ipocriti…. ma profumati la testa e lavati il volto, perché nessuno veda che stai digiunando?”.

Non lancia forse questi avvertimenti a coloro che volevano pavoneggiarsi per quello che facevano in nome di Dio?

E quanti anche oggi, laici, sacerdoti e vescovi cercano Cristo e la Chiesa soltanto per farsi vedere e, quindi, per semplice vanità, che apre la strada all’orgoglio e alla superbia?

Dice il Papa:” La vanità non fa bene”.  Perciò è  sempre opportuno che ognuno trovi  qualche attimo per chiedersi:” io ostento ciò che faccio o compio tutto in segreto, sicuro di piacere solo a Dio?”.

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