La giustizia sbrigativa

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L’ angoscia della giustizia di oggi è il protagonismo di chi la gestisce e la sofferenza di chi la subisce.

Ciò che fa veramente male e sbriciola ogni sentimento di stima non è la giustizia inflitta nell’ assoluto rispetto delle norme, ma quelle condanne facili, sbrigative, che nascono spesso dalla voglia di accontentare gli umori della gente.

Oppure di quelle scritte a tavolino, conseguenza di teoremi o intarsi di accuse e di orribili calunnie.

Senza toccare, poi, quelle condanne a catena, derivanti dal pentitismo, sulla cui serietá morale, un giorno, la storia è chiamata a giudicare.

A volte, si ha l’impressione che ci sia troppa leggerezza nell’ attribuire un reato ad una persona, la quale, una volta accusata, viene sbattuta subito in prima pagina.

Invece, se scagionata, finisce in ultima, come se nulla fosse successo e senza nemmeno le scuse – il minimo – da parte di chi ha sbagliato.

Anzi, il tutto nell’indifferenza di chi, illudendosi di essere il depositario di ogni verità, non riconosce ad alcuno neppure il carisma delle buone intenzioni.

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