In questo momento di fragilità economica un po’ tutti sono in attesa di giorni migliori per un ritorno, in tutto o in parte, al vecchio benessere.
E molti vivono nella speranza che le tempeste presenti possano trasformarsi in albe di nuove fecondità.
Però non si rendono conto che, oggi, ciò che vale veramente non è solo il bisogno di giorni migliori, ma soprattutto di uomini, che sappiano migliorare i giorni per un futuro che non gioca più a favore di sé o della propria lobbj, ma per il bene comune.
Il che esige un vero lavacro nel cuore e nella mente da parte di coloro che sono a capo delle Istituzioni pubbliche, le quali non meritano di essere gestite con la logica del proprio “particolare”, di quei tornaconti personali, che uccidono ogni seria progettualita e generano la voglia insaziabile di continue ” bustarelle “, che sono diventate la risposta allo stereotipo: ” lo fanno tutti”.
Finché l’agire umano si intenebra di tali nefandezze in disprezzo ad ogni etica morale e sociale, mai si eleverà a quella trasparenza di verità e di responsabilità, che fortifica le interpersonalità su fondamenti di giustizia e di solidarietà.