Quante proteste, quante domande rivolgiamo a Dio, allorché ci sentiamo schiacciati dal peso degli accadimenti o dalla inspiegabilità di tanto dolore.
L’ assenza di risposte spesso innervosisce e crea freddezza.
Il suo silenzio appesantisce gli occhi e il cuore.
E’ il momento in cui la sua presenza si colora come una statua, quasi dirimpettaio alla nostra vicenda umana.
Ci sentiamo soli, sedotti ed abbandonati proprio da chi abbiamo invocato prima come Padre.
Abbiamo l’impressione di un Dio nascosto che è stanco delle nostre lacrime e delle stesse domande, anche se resta ancora un Dio cosi grande, che non ha bisogno di far tacere le proteste, le domande, la nostra libertà.
Eppure, mai ci inginocchiamo, anche se sembra muto ed assente,per sentire il suo respiro; mai apriamo gli occhi, per scoprire le orme da Lui lasciate; mai ci mettiamo ad origliare alla porta del nostro cuore, per sentirlo bussare con la dolcezza di un padre, trafitto dal dalle grida dei suoi figli.
Sono proprio questi istanti di abbandono, che ci aiutano a capire il cuore di Dio e ci fanno cogliere la bellezza della sua luce, fonte di fede e di amore.