Carezze invisibili

nonE non apro gli occhi per paura di vedere chi mi sta accanto.
Odo un incerto respiro un fruscio che tende ad abbracciarmi.
Stringo le mani mi accartoccio nei pensieri cerco di capire
se è qualcosa vinco me stesso e scopro che qualcuno aleggia
nell’ oscurità della stanza e senza fermarsi guarda sorride.
Anche se nulla dice e non lascia orme di identità, mi sento
toccato ad ogni passaggio da carezze quasi invisibili dolci,
che mi ricordano gli occhi di mia madre che senza parlare e
sempre attenta alla visione del mio volto mi elargiva moine,
che ora rivivo rinvigorisco con i tratti della sua presenza.

 

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