Categoria: Poesie

A mia madre

Nelle pieghe del suo volto

 leggo

 l’inizio e la fine

della mia storia.

Sento

la nostalgia del passato,

la tristezza del presente,

l’agonia del futuro

chiuso ormai in poco tempo.

Mi guardo dentro

in cerca dell’ultima Verità.

Mi trovo confuso

tra il già e il non ancora,

in un frattempo al chiaroscuro,

dove ho paura del poco che mi resta.

Così ritorno

alla visione di mia madre,

sulla quale il tempo ancora gioca,

dipingendo senza colori,

le linee di una grande storia d’amore:

la sua maternità.

 

unico barcaiolo

Temo di essere un naufrago

anche se passo ogni giorno

per un fiume sempre uguale

 

Navigo tra sponde tortuose

senza porti ed onde marine

con la bussola poco chiara

 

Ad ogni miraggio intravedo

l’attimo dell’Infinito che

subito fugge via facendomi

unico barcaiolo della vita

 

So di essere alla porta ma

nulla mi indica l’ingresso

la barca è ancora non nuda

per entrare cheta in porto

 

 

Porta del cuore

 

Ciò che mi fa un uomo di gioia

è la libertà, che mi  rende vivo

e mi dà la forza di  gridare  sì

o no a chi vuole entrare in me

Non è un trofeo che ostento né

un uscio di facile ingresso, ma

un pregio  scaturito dal  dolore

che oggi adopero per schiudere

l’unica porta:quella del cuore

 

Non viviamo più secondo Dio

Tutto è noia,perché non viviamo più secondo Dio

attenti a cogliere le orme delle sue meraviglie

che ci schiudono arcobaleni nuovi di entusiasmo

ma come l’uomo decide,con il ventaglio colorato

delle sue idee,che accendono e spengono l’anima

prostrandola ai continui capricci di ciò che ha

Non possedendo più le ali per sfiorare il cielo

ci sperperiamo in stanchi cammini quasi deserti

ove la speranza dell’oasi è un grido di chimera

e finchè le labbra sono cucite alla terra arida

incapaci di sciogliersi in canti di lodi,saremo

cani bastonati dalla tempesta dei nuovi padroni

Così tutto è veramente noia al guinzaglio umano

che può mutarsi in una diga amara,che sconvolge

persino la mente,essendo nulla l’uomo senza Dio

invece solo con Lui è tutto,è l’ultima barriera

che lo fa capace d’aprire le antiche cattedrali

dove si può ancora respirare il pensiero eterno

 

Resistere

Non posso smarrirmi,

devo resistere

saldo

alle moine del tempo;

per quanto stanchi,

gli occhi ancora vedono 

vicino e lontano

luci che brillano speranze;

ancora trovano strade nuove,

anche nel deserto,

ove il fascino del silenzio

è cammino di certezza;

non posso smarrirmi,

ovunque

trovo ancora intatte

orme di Verità che mi amano;

non posso smarrirmi,

devo resistere

saldo

ad ogni notte oscura;

non devo spegnere nel cuore

i soffi di tenerezza che Tu

Padre di misericordia

continuamente mi doni.

La verità

Non è l’oroscopo che segna

di timori il nostro futuro

ma i pensieri deboli lenti

onde sempre vacillanti che

gettano a riva,lasciandoci

con noi stessi.Non importa

se qualcuno nello specchio

ancora sa truccare le pene

le gioie oppure sa leggere

nelle sue carte il destino

La verità appartiene a chi

la dona,non a chi la vende

e questa  è la verità vera

 

 

Finto rinnovamento

Molti applaudono tra gli osanna il rinnovamento

solo perché sulle poltrone guazzano volti nuovi

ma non s’avvedono che non serve mutare l’ordine

degli addendi,se la somma dei poteri è identica

e sempre nelle mani degli stessi,che gestiscono

tutto,spesso pure le persone,tirate come pedine

sulla scacchiera di un mondo di fatui interessi

 

 

A Benedetto XVI

Non è una statua di marmo logorato
dall’intemperie né un dirimpettaio
cieco alla vicenda della chiesa,ma
un pastore che prega soffrendo,ama
perdonando,dialoga tremando,guarda
nauseato il letame,che pur resiste
ai moniti lanciati e non ascoltati
Un mondo che si fa sempre più duro
davanti a un Dio che sembra debole
non è agevole gestire il vincastro
del potere,ormai pesante per l’età
in una chiesa,dove s’argomenta più
per comandare che per servire bene
Non sconfitto,ma innamorato di Dio
depone se stesso nelle Sue braccia
lasciandosi cullare dal vero amore
che altri non gli seppero mai dare
Come e perché si è dimesso segnano
un mistero impenetrabile,ove tutto
realtà ipotesi fantasia si prostra
a pensieri pesanti,che avviliscono
la fede e aprono la porta ai dubbi

Leggendo Ernesto Buonaiuti,sacerdote deluso

Un dubbio mi possiede:perché la Chiesa

invece di persuadere con il linguaggio

della carità,usa a volte quello severo

menando alle ortiche il ruolo di madre?

Perché non vive l’amore perdonante che

rompe ogni corteccia di errore ed apre

il cuore alla novità,invece di gridare

condanne o protocolli di emarginazione?

E’ possibile che non avverte il dolore

di tanti sacerdoti,oggi non più tali e

un tempo figli amati,che si scorticano

le mani per vivere nel duro quotidiano?

Una madre,per quanto contrariata,cerca

sempre il respiro del suo amore,invece

la mia Chiesa,mia madre,resiste,statua

rigida,all’assenza di chi ancora l’ama

E mentre allarga l’arcobaleno di amore

verso tutti,mostrando la sua maternità

getta alle spalle la sofferenza di chi

errando perse in essa la primogenitura

 

La luce dell’Amore

Solo quando la luce dell’Amore

illumina la vita, puoi rivelare

il fascino vero di ciò che sei

e chiunque ti vede, contemplerà

il tuo splendore, che s’imprime

senza paura di essere oscurato