Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Ci fu un tempo in cui la parola era vera,misurata e sempre necessaria.
Rendeva fecondo l’ascolto e qualificava la serietà di chi la proferiva.
Aveva una forza di impatto, che generava fiducia e poneva solide basi di sequela.
Scendeva facilmente nella mente e nel cuore,che gustavano sempre qualcosa di nuovo.
Oggi c’é solo un’abbondanza di parole,quasi una fiera,che non dicono più nulla.
Riflettono stereotipi di chiasso,di mercato,dove tutto é vendibile a basso costo.
Troppe parole senza dignità,continui intarsi di suoni senza armonia
circolano e svuotano la veritá della parola.
Per cui,a cospetto di tanta dissacrazione,si rafforza la disattenzione alle parole
ed ognuno, a chi ancora le grida, chiede fatti e non più chiacchiere.
Non so se il tempo che spendo per tante cose sia di tuo gradimento.
A volte mi sento vuoto, incapace di sentire il profumo della tua presenza.
Pur parlando e scrivendo di te, non riesco a calarmi in ciò che dico e scrivo.
Mi innamoro facilmente di quanto creo e, con amarezza,
constato che serve più a cantare me che te.
Ed in questo soffro la tua assenza e mi vedo un povero megafono o scriba,
che grida o scrive solo per idolatrare se stesso.
Fermati,non girarle le spalle,lasciati attrarre dal suo sguardo
È tua madre,colei che ti ama più di qualunque cosa:sei il cuore
della sua vita.Piange,se ti vede soffrire;ti sostiene,se stanco
ti apre alla speranza,se deluso:ha sempre una certezza da darti
È il suo amore,che niente e nessuno può cambiare.Fermati,guarda
almeno per un attimo i suoi occhi,dove potrai trovare scintille
di ritorno a quello scrigno di maternità,che ti rese suo figlio
Sapere di non sapere nulla è la via per sorridere al desiderio di conoscere.
È un istante di consapevolezza, che apre orizzonti di novità, dove la mente
spazia e si impregna di pensieri mai avuti. Tutto si presenta in forma diversa
ed ogni cosa si anima in un mare di idee, che, come crisalidi, schiudono
conoscenze sempre più penetranti,fino a superare la soglia del mistero.
A differenza di chi ostenta il sapere, convinto di esserne il depositario,
anche se poi nel cammino dell’esistenza cozza contro l’ignoranza,
è veramente unico lo stato di colui che, sapendo di non sapere, tocca
il labirinto della sua cecitá e lo illumina con la forza dell’umiltà.
Proprio in questa luce cadono dagli occhi le scaglie, dall’anima il torpore
e lo spirito vola in alto, assetato di scienza e sapienza.
Inizia così la storia dell’uomo vero,che guarda dentro di sé,dove scopre
di avere uno scrigno dorato,quasi un divino nascosto,che suona la sinfonia di mille voci.
Sin dal primo istante di vita per ognuno inizia
un conto alla rovescia, che non si ferma mai.
Un circuito senza sosta, dove l’arresto segna solo la fine.
E nessuno sfugge a tale destino.
Siamo un po’ come quelle figure create
dalle onde del mare sulla spiaggia, che presto altre cancellano
in un gioco di arte perenne, ma fragile.
Non è forse vero che nel mondo di oggi viviamo come se fossimo telecomandati,
appesi solo ai tanti fili di richiamo,che i mezzi di comunicazione ci propinano in abbondanza?
Siamo come burattini nella gabbia dei pensieri altrui, sopraffatti dal dosaggio delle mode,
che decretano, in maniera uniforme, comportamenti e desideri .
Abbiamo perduto la voglia di riflettere, illudendoci che altri facciano per noi ,
e, soprattutto, pensino meglio di noi.
E non ci rendiamo conto che stiamo per essere cloroformizzati, svuotati della nostra ricchezza naturale,
delle tante passioni che rendono varia la nostra umanità.
Finchè continuiamo a guardare la magia degli altri, che generano solo assuefazione
al consumismo senza freni,non saremo mai padroni di noi stessi né riusciremo a superare le tante miopie,
che ci impediscono di entrare nell’ orizzonte della nostra bellezza mai uguale e sempre pregna di mistero.
La corruzione sembra una fisarmonica, che si apre e si restringe
a seconda della posizione di chi corrompe e di chi si lascia corrompere.
Confini risicati, aldilà dei quali c’é una visione di vittime senza nomi,
private a volte persino del superfluo, risucchiato dalla ingordigia.
È un fenomeno che non trova arresto.
Anzi, è sempre presente ovunque e si allarga come un fiume in piena,
che si insinua in tutti i meandri, fino a mescolarsi con le grandi acque dei mari.
Qui naviga il potere politico, quello delle istituzioni e della burocrazia.
Qui si inserisce bene anche il potere ecclesiastico,
che non disdegna di sciupare le ali dello Spirito Santo.
Denominatore comune,facilmente riscontrabile, è lo smarrimento dei veri valori,
e, quindi, della verità personale e sociale, che cedono il passo alla idolatria del denaro.
Ed è proprio il denaro il vero veicolo della corruzione, nella quale può cadere chiunque.
A pagare i frutti della corruzione sono un pò tutti, perchè a tutti, nel poco o nel molto,
viene rubato qualcosa.
Veramente tutto è noia?
Non credo che l’uomo sia diventato,all’improvviso,
straniero alla visione delle meraviglie del mondo.
Non stupirsi più,quando tutto si rivela gioco di bellezza
ed ogni istante è sempre diverso dall’ altro,
significa volersi chiudere a qualsiasi sorpresa.
Non è ciò che si vede o si sente che genera noia,
ma è il pieno di cose e pensieri, circolanti nel cuore e nella mente,
che rende tutto noia.
Come si potrebbe considerare noia il sorriso di un bambino,
le lacrime di una madre, il grido di un affamato nella sordità del ricco
o il gemere della terra soffocata dalla guerra?
È forse noia un cielo stellato, un mare ceruleo o una foresta vergine,
non inquinata ancora dalla cattiveria umana?
Amico mio, la noia non sta in ciò che pur si vede, miracolo di stupore,
ma alligna nel cuore,dove ogni respiro di novità viene soffocato
dalla voglia delle cose e dall’ idolatria di se stesso.
E grido non per farmi ascoltare, ma per cacciare
quanto di pesante ancora resiste nella mia anima.
Un tormento mai spento impregnato di parole dure,
che escono dalla tua bocca come pietre appuntite.
Ciò che per te sembrano solo le moine del potere,
per me invece rivela povertà di cuore e di mente.
Per cui è impossibile non scorgere sul tuo volto
un fremito di arroganza, che ti rende antipatico.
E godo quando dici che mi vuoi bene,
ascolto i brividi dell’ amore,gusto
la dolcezza dei tuoi occhi parlanti
mi immergo nella serenità del volto,
che fa vibrare il fascino del cuore.
Anche se non fai uso di parole, sei
una pagina bianca, nella quale vedo
scorrere troppi pensieri, che leggo
e rivelo a chi come me può sentirsi
felice, di fronte alla tua bellezza.