Categoria: Poesie

Già crolla

crolloNella penombra baciata da poche candele

sparse  all’ interno  di  una  chiesa  antica

dove  il  silenzio affascina  e  ti  colloca

al centro di pensieri forti  che  vibrano

onde del passato quasi sempre non udite

vedo la tragedia del tempo che trascina

senza pietà ogni cosa anche le fantasie

che facevano cercare le orme delle fate

e persino il bel futuro che  si  arrotola

inesorabile sul presente che già crolla

 

 

 

Profumo del nuovo

 Profumo del nuovoSe  sei   spento, seppellito

nel mondo senza speranza

ove  tutto  si  mostra  cupo

tu  mai  gusterai  la  magia

che  ogni  cosa  vive  in  sé

Tutto ,anche  chi  ti  parla

t’ appare  uguale e noioso

come  la  noia  che  è in te

Invece, se dalla  tomba tu

esci   e  decidi  di  entrare

di nuovo nella  vita, dove

ogn’attimo è un miracolo

puoi  volare  pure  in alto

sulle  ali   della  speranza

che  ti   farà  rivivere  ciò

che il mondo ha sbiadito

E  su  queste  ali  sentirai

il profumo del nuovo che

rende  tutto  diverso e  tu

puoi  meravigliarti  anche

di  ciò  che  sembra  futile

Anzi, in  alto  vedrai  cose

e persone non più noiose

ma come la prima volta e

ogni giorno con  un abito

diverso aprirsi a  domani

Mi riposseggo

La sera quando tutto tace

finti echi riportano voci

familiari al cuore,parole

sibilate accendono fuochi

che bruciano la corteccia

del mistero e creano luce

è l’ora in cui senza fare

mi riposseggo e vedo cose

persone e tutto ciò che è

intorno a me diversamente

quasi uno specchio lucido

dove ogni sguardo,persino

il mio,manifesta un’anima

che rivive l’amore di Dio

un’amica fata

Quando incontrerò un’amica fata,

che mi racconterà ciò che cantano

gli uccelli,ciò che si dicono

senza parlare gli amanti,cosa

si sussurrano sotto il peso gli asini,

come concordano le decisioni e come

passano dalle bugie alle verità

i politici,che cosa vaga nella mente

di ognuno e della bestia che ha fame,

allora, e soltanto allora potrò

imparare anch’io l’arte della fata.

 

 

Il dolore di Cristo

Mai girerò le spalle al pianto della sofferenza.

Passerò sempre la frontiera e andrò là dove c’è

sempre qualcuno che aspetta una stretta di mano,

uno sguardo un sorriso un segno di vera umanità.

Andrò  là dove posso farmi contagiare dall’amore

nella visione di un mondo che brucia di miseria,

stravolto da ogni forma di stupido appannamento,

che vede più la dignità dell’animale che l’uomo.

Andrò mi fermerò indosserò il grembiule leggero,

servirò,modulando l’arpa della bontà, che mostra

come un uomo si riconcilia con l’altro,cercando

nella favela dell’abbandono il dolore di Cristo

 

Alla luna

Sei bella,

sia quando ti mostri

luna piena,

sia quando le nubi

ti giocano intorno,

fasciando il tuo splendore.

Sei sempre bella,

nella diversità delle immagini

che riveli,

nei colori in penombra

che presto muoiono,

nei sogni che regali

a chi ti guarda.

Nella tua solitudine

io rivisito

la bellezza di ciò che sono,

e pur vedendo le mie nubi

che rivestono la vita,

non perdo mai la tua luce,

che illumina il mio cammino.

L’ amicizia

Un’amicizia che non lascia traccia

è uno scrigno vuoto,dove non trovi

odore d’amore o barlumi di affetto

ma solo fuliggine neppure sbiadita

quasi intarsio annerito di polvere

che distrugge anche il suo ricordo

Non così l’amicizia pulita vissuta

come un tesoro che raccoglie tutto

persino i pochi spiccioli di cuore

essendo anch’essi come monete rare

che segnano i passi d’ogni momento

dove leggi passato presente futuro

il passato che ti parla di Eurialo

e Niso,il presente dei vincoli che

ti legano,il futuro che dice amore

e qui navigo io con vele ben salde

trasparenti che il vento scuote,ma

non spezza,perchè tutte d’un pezzo

Infanzia

Tutto

ricordo dell’infanzia,

libro già scritto ove

ancora mi cullo e vedo

quasi in uno specchio

i ponti delle immagini,

tela della mia memoria.

Quadri chiari

senza nei di oscurità ove

ancora transita l’azzurro

spensierato della vita,

che mi rende meno amaro

il pallido involucro

del pensoso presente.

Tutto

era bello sereno allegro

anche l’acquisto di scarpe

usate fatto da mia madre

da una zingara era un dono

per me importante che oggi

ancora rammento con amore.

Pur nel respiro della povertà

per la quale le cose futili

erano straniere ai desideri,

nulla mi facevano mancare

il lavoro di mio padre

la regia di mia madre,per cui

anche con poco ero sorridente

Giorni cari

che il tempo non ammansisce,

ove senza giochi mi divertivo,

rincorrendo nidi di uccelli o

farfalle riposanti sui fiori,

che una volta fatti prigionieri

diventavano trofei di gioia.

Infanzia di semplicità

nuda e senza problemi

felice di respirare

il fresco dell’aria

dopo la pioggia o di contare

le stelle che le nubi velavano

o svelavano nel loro splendore.

Tutto rivivo

nella trasparenza della memoria,

dove ancora scorrono figure

di cose e persone il cui legame

resta come il tralcio alla vite

e lenisce il dolore di ciò che

più non c’è.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tenerezza di Dio

Io so che Tu

mi vuoi bene;

anche se non Ti vedo,

lo sento,

soprattutto

quando cade la sera

e sto solo

con i miei pensieri.

Tu non parli,

ma io ascolto

il tuo silenzio,

effluvio di parole

indicibili,

che scorre

nel profondo dell’animo.

Come Te

anch’io non parlo,

ma in estasi

mi apro al tuo cuore,

dove trovo

parole d’amore,

che scrivono il nome

con cui Tu

da sempre

mi chiami.

Indifferenza

Mentre sulla spiaggia ognuno si lascia

vezzeggiare dal sole e le onde giocano

baciandosi o scontrandosi per la gioia

di chi nel risucchio prende freschezza

mentre grida inconsulte si intrecciano

con suoni non sempre graditi all’udito

e tanti sciorinano l’estetica bellezza

con stime appese al ridicolo o al vero

si vede galleggiare una sagoma di uomo

che si fa sempre più uomo man mano che

le onde,cullandolo,lo depongono a riva

con il viso senza rughe volto al cielo

Neanche la sua giovinezza genera pietà

o un tantino di umana curiosità,ognuno

gioca rincorre l’amico senza sbirciare

quel fagotto di carne non più fastidio

Tanto sa dispensare l’uomo di oggi,che

forse non avendo più nulla nel cuore e

nell’anima,si fa attore d’indifferenza

bruciando le lacrime che la morte dona