Categoria: Pensiero del giorno

Non tutto è noia

Veramente tutto è noia?
Non credo che l’uomo sia diventato,all’improvviso,
straniero alla visione delle meraviglie del mondo.
Non stupirsi più,quando tutto si rivela gioco di bellezza
ed ogni istante è sempre diverso dall’ altro,
significa volersi chiudere a qualsiasi sorpresa.
Non è ciò che si vede o si sente che genera noia,
ma è il pieno di cose e pensieri, circolanti nel cuore e nella mente,
che rende tutto noia.
Come si potrebbe considerare noia il sorriso di un bambino,
le lacrime di una madre, il grido di un affamato nella sordità del ricco
o il gemere della terra soffocata dalla guerra?
È  forse noia un cielo stellato, un mare ceruleo o una foresta vergine,
non inquinata ancora dalla cattiveria umana?
Amico mio, la noia non sta in ciò che pur si vede, miracolo di stupore,
ma alligna nel cuore,dove ogni respiro di novità viene soffocato
dalla voglia delle cose e dall’ idolatria di se stesso.

Su tutti la coltre dell’oblio

rimorsoSul bello e il brutto, sul ricco e il povero, sugli intelligenti e gli ignoranti, su tutti,
senza alcuna distinzione, un giorno cala la coltre dell’oblio.
Passano gli anni, per alcuni i secoli, per altri i millenni, ma tutti saranno divorati dal tempo,
che stende il solito mantello di silenzio, soffocando ogni respiro.
È il destino di ogni uomo,  che, dopo aver gustato  le ore della vita per sè e gli altri,
scivola aldilà della siepe, dove resta in attesa la morte, ma senza memoria di nomi.
Anzi, la morte è l’unico nome generico, nel quale tutti si ritrovano privi di identità,
ma non di anima, che vibra per sempre nella bellezza dell’Eternitá.

Domani cambierò

Non passo un giorno se non mi dico:” domani cambierò “.
Invece, sono sempre lo stesso, smarrito tra cose futili,
senza la voglia di scoprire l’essenziale,
dove potrei rivivere la mia vera identità.
Seguo l’onda delle emozioni, che illuminano gli occhi,
ma lasciano spenta l’anima, soffocata dalle pietre ingombranti
che mai, cambiando, faccio  rotolare.
Anzi, a volte le cerco nell’illusione di non mettermi a soqquadro,
convinto che ogni scelta genera abbandono di qualcosa di caro.
Così, in questo saliscendi, domani ieri oggi ,
faccio memoria  di ciò che perdo,per non avere il coraggio
di sfoltire l’ albero della mia vita.

Chi è l’ avaro

In un mondo, dove tutto si misura su ciò che si ha,
l’ avarizia è  diventata una forma di idolatria,
per mezzo della quale si cerca non la qualità, ma la quantità delle cose.
Chi è  avaro, vive in costante tensione sia per avere di più,
sia per non sciupare quanto già è  in suo possesso.
Sul suo volto mai si legge un sorriso di semplicità,
ma solo di paura di essere ingannato o derubato.
Non conosce il piacere della gratuità, del dono disinteressato,
ma solo la mania del guadagno senza nulla rischiare.
Conservare ed accumulare è  il valore della sua vita;
la nicchia in cui si rintana e dalla quale esce
solo se vede chiarezza per le sue sicurezze economiche.
E’ prigioniero del suo mondo, dove si illude di trovare godimento
nella visione delle ricchezze; in realtà,  è  solo un povero uomo,
che si muove nella ragnatela,costruita per sé, dove è destinato a soffocare.

Il Pregiudizio

Il pregiudizio è  il guscio, dove ognuno crea la corazza
per resistere anche all’evidenza.
In esso non entra  neppure un barlume di confronto;
anzi, è  più facile scalfire un pezzo di pietra dura
che una mente prevenuta,per la quale non bastano parole di verità,
essendo chiusa in una profonda miopia.
Chi è  prevenuto sbircia sempre con occhi lontani dalla realtà,
pronti a negare o a rendere oggetto di chiacchiericcio persino le opere,
che brillano di luce propria.
Infatti, il prevenuto o è  sordo o  è  stupido.
E poiché gioca con la lanterna, fingendo di filtrare ciò che osserva,
alla fine, pur vedendo ed ascoltando, respinge ogni realtà.
E’ più facile convincere un asino a cambiare andamento
che la mente di un uomo appesa ai pregiudizi.

La misericordia di Dio

Puoi peccare, puoi toccare il fondo della miseria, ma il cielo di Dio non si chiude mai per te.
Le strade per incontrarlo sono sempre aperte e segnate dalla Sua misericordia.
Non pensare di essere un ipocrita solo perché prometti e non mantieni o ti penti per poi ricadere alla prima occasione.
Dio conosce la tua fragilità, ma continua ad amarti così come sei: un mosaico di bellezza, che nessun peccato può abbrutire o renderlo irriconoscibile al Suo cospetto.
In te non c’è nulla di negativo che Egli non possa perdonare, purché ti lasci guidare dall’umiltà, la virtù che schiude il Suo cuore, dal quale partono infiniti raggi  di paternità.
E quando subentra la tristezza o il senso di colpa dopo la caduta, non farti vincere dal fascino della commiserazione o dalla rassegnazione alla soccombenza, cosa che genera il sorriso del diavolo, ma esci subito da te, per cercare la Sua misericordia, che ti prende  sempre con braccia accoglienti.
La gioia di Dio è  il ritorno al Suo cuore, il tuo abbandono senza conversione è  la Sua sofferenza.

Un tempo Dio si pentì di averti fatto

sioCi fu un tempo in cui Dio si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra, tanto fu impressionato dalla sua malvagità.
Non riconoscendo più in lui l’immagine del suo cuore, abbrutito  dalla follia del peccato,
decise di inviare il diluvio universale.
Ma non ebbe il coraggio di distruggere l’umanità,  rivelazione concreta del suo amore.
Gli bastò la fiducia nei confronti di Noè, per continuare a credere e a scommettere sul cuore dell’uomo.
Una scommessa che, nonostante le nefandezze di oggi, che come ragnatela avvolgono la mente e la volontà umana,
Egli continua a perseguire, perchè anche nel baratro più profondo della miseria, mai manca la sua misericordia.

 

Campane stonate

 

 

camIl Vangelo non è quello che si predica, ma quello che si vive.

Pertanto, non basta essere credente, ma credibile.

Solo chi è credibile, diventa un vangelo vivente, in cui è facile leggere il pensiero di Dio e scoprire le vie di Cristo.

Oggi i credenti abbondano e si trovano ovunque, anche a buon mercato, ma gente credibile, in cui si sente il profumo della coerenza, è diventata merce rara.

Infatti, è più facile ascoltare campane stonate, che si perdono nei soliti rintocchi: ” dicono e non fanno”, che incontrare condotte esemplari, che si donano senza pretese di corrispettivo, e con la voglia di incarnare la parola di Dio.

Certo, nessuno può vantarsi di essere perfetto, ma un vero cristiano, per essere tale, non può non essere credibile.

Come è difficile gustare il tempo!

Il tempo è  l’ unica realtà difficile a gustare in pieno.
Di giorno o di notte, in qualsiasi istante,
non riesci mai ad averne una percezione esatta.
Al suo cospetto lo senti sempre in modo diverso.
Se aspetti qualcuno, risulta troppo lento, per soddisfare l’ attesa.
Se vivi la bellezza di ciò  che ti piace, è  troppo veloce.
Sembra interminabile, quando la sofferenza bussa alla tua porta.
Si dispiega con eccessiva brevità, se vivi nella gioia.
Non c’ è alcun gusto del tempo.
Si consuma e consuma ogni cosa ed anche noi stessi, senza lasciare
spazi di pensieri veri, che dicono ciò  che tu sei o potresti essere.
Cosi, credi che la sua unica misura sia l’ orologio. Invece, no.
L’ unica grandezza che il tempo porta con sé  e  lo rende sempre ricco 
è  la speranza, che infiamma l’ umanità e la scioglie dall’angoscia dell’età.
E qui nella speranza tu ti senti sempre giovane
e non avverti il peso della vecchiaia.

Perché amare un prossimo che diffama?

 

 

Troppi sono i cristiani, che bevono, ogni giorno, amare dosi di veleno per la cattiveria di un prossimo, verso il quale, nonostante la sua fragilitá, non fanno mancare mai riserve d’amore.

Ed è un prossimo che giudica, diffama, condanna; che getta facilmente la trave tarlata dei suoi pensieri deboli e maldestri sulle spalle altrui, illudendosi di essere il migliore.

È un prossimo che ti guarda ed applaude, che si fa spazio per cercare la tua amicizia, pronto a chiedere qualcosa, ma prontissimo a crocifiggere ogni comportamento contrario al suo gusto.

Guai, amico mio, a lasciarsi annientare da simile pochezza o a rispondere con lo stesso grido di infamia.

Un vero cristiano, che ha come guida la luce della fede in Cristo, al cospetto di cotanto biasimo, non può non consolidarsi in Lui e vedere in ogni sentenza di condanna la porta per accedere alla sua Croce, dove trova sostegno e sicurezza.

Sempre nella consapevolezza, mai spenta, che ogni vero discepolo non è mai da più del Maestro.