L’accoglienza delle Autorità israeliane e il saluto del Santo Padre all’aeroporto Ben Gourion di Tel Aviv, sono stati scanditi da un clima di amicizia e di fraternità.
Dopo i discorsi di Simon Peres e di Netanjahu, che hanno sottolineato la volontà di pace e di rispetto della libertà religiosa all’interno del loro Paese, Papa Francesco si è presentato, a 50 anni di distanza da Paolo VI, come pellegrino sulle orme dei suoi predecessori.
Con la sua semplicità,che accarezza gesti e parole,subito ha messo in evidenza la via del dialogo e della conciliazione; per cui “non più scontro – ha detto – ma incontro ed inclusione”.
E se Gerusalemme significa Città della pace, non bisogna mai dimenticare che” cosi la vuole Dio e così la vogliono gli uomini di buona volta”.
Poi, con profondo realismo, senza sottacere le difficoltà della pace, ha aggiunto: ” vivere senza la pace è un tormento”.
Ecco allora la necessità per tutti di essere ” strumenti e costruttori di pace nella preghiera”.
E qui come fratello invita i due Presidenti di Israele e Palestina a casa sua, ossia in Vaticano, per un momento di preghiera,convinto che solo l’abbandono nell’unico Dio scioglie ogni durezza di cuore. Shalom
Scritto il maggio 25th, 2014 da filoltre
Il Papa in Israele
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