VI Domenica T.O.

vecchio“Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge e i profeti; non sono venuto per abolire,ma per dare compimento”. Prima di entrare nel merito di questo brano evangelico, è opportuno sottolineare che” la legge e i profeti” indicavano tutta la rivelazione dell’Antico Testamento; e, precisamente dal Pentateuco ai libri storici e profetici, includendo i Salmi e gli scritti sapienziali. Con questa affermazione Gesù si pone su di una linea di continuità con il V.T.; per cui Egli non è un rivoluzionario che è venuto a distruggere l’antica rivelazione, ma solo per darle compimento. Del resto, ”la legge e i profeti” sono parola di Dio, e Dio ha rivelato se stesso, parlando appunto attraverso Mosè e i profeti. Pertanto, tutto l’antico T. è “la via all’Evangelo” di Gesù, che darà ad esso una forza definitiva. Da ciò possiamo comprendere che tutto il V.T. è preparazione , è promessa e attesa dell’avvento di Gesù, che resta il centro, la base e l’apice dell’Antica Alleanza. Oggi attraverso le parole di Gesù noi entriamo lentamente nel mistero del Figlio di Dio. Dicendo che Gesù non è un rivoluzionario che vuole distruggere il V.T., possiamo comprendere le sei contrapposizioni che troviamo nel vangelo di oggi. Esse dimostrano non solo la novità del suo Vangelo, ma anche la coscienza della sua superiorità rispetto a Mosè e all’intera legge della vecchia Alleanza. Come dice San Paolo, la legge mosaica e l’antico T. nel loro complesso miravano solo a preparare alla fede in Gesù. Ciò che dobbiamo rilevare in queste contrapposizioni è l’elemento di completamento della legge antica, che Gesù esprime quando, dopo aver precisato:” avete inteso che fu detto…”, dichiara:” ma io vi dico…”. Con questa formula Gesù introduce il contenuto e lo spirito del suo insegnamento nuovo; indica quel “di più” che caratterizza la sua parola e la sua esistenza; quel “di più” rispetto a Mosè e al V.T. che ci permette di entrare nel mistero di Gesù stesso. Esaminiamo alcune contrapposizioni:” avete inteso che fu detto: non uccidere…ma io vi dico…;… non commettere adulterio… chiunque guarda una donna per desiderarla…;…chi ripudia la propria moglie….chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima…;…non giurare il falso….non giurate affatto….. Osservando queste antitesi, riscontriamo che il vecchio T. impone il minimo legale che si soddisfa con la sola osservanza letterale della legge; mentre Gesù esclude ogni codice giuridico, sollecitando lo spirito della legge animata dall’amore. È una vera svolta che trasforma la religione da osservanza di un insieme di norme in una adesione totale della coscienza e della vita. Relativamente alla prima contrapposizione Gesù non solo condanna l’omicidio, ma anche qualsiasi azione o sentimento di avversione verso il prossimo. In riferimento all’adulterio, Gesù condanna non solo il fatto compiuto,ma anche il desiderio,e, quindi l’adulterio del cuore. Per quanto riguarda il divorzio, Gesù proclama l’indissolubilità del vincolo matrimoniale, ribadendo che all’inizio dell’umanità Dio stabilì “un solo uomo per una sola donna”. Infine, in riferimento allo spergiuro, Gesù proclama la verità, la sincerità del cuore, l’onestà con l’esclusione del giuramento. Da tutto ciò si può capire che Gesù afferma la priorità dello spirito sulla legge, per cui la morale cristiana non si limita all’osservanza ritualistica e legalistica delle norma, ma coinvolge tutta la persona con il suo cuore e con la sua mente, impegnata, nelle scelte quotidiane, al rispetto e all’amore verso Dio ed il prossimo. In altre parole,Cristo contro i 613 precetti numerati dai rabbini, ci ricorda, citando il V.T. ,che il comandamento è uno solo, però abbraccia ogni istante ed ogni atto della vita:”Amerai il Signore Dio tuo con …….. ed il prossimo tuo come te stesso”. E’ da questo comandamento che “dipende tutta la Legge e i Profeti”(Mt.22,37_40).

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