Primo Maggio: Festa dei lavoratori?

Maggio

Quella di oggi non si può chiamare la festa del lavoro, ma della disoccupazione e della paura.

Sui volti di tutti e di ciascuno è  leggibile non solo la propria, ma anche la sofferenza degli assenti,  coinvolti in un riposo forzato, che sta aprendo le porte della disperazione per tante famiglie, ormai in balia della povertà.

I comizi e i concerti, silenziosi conditi da una fiera verbale televisiva,  oggi sembrano la celebrazione delle esequie del diritto al lavoro sancito dalla Costituzione.

Infatti, ai canti e alle parole in libertà, che creano solo barlumi di speranze, che quasi sempre si spengono, una volta chiuso il sipario, fa da contraltare la realtà di una società arrabbiata, smarrita nella ragnatela del non lavoro, che avanza impietosamente, grazie anche al mistero del corona virus.
È proprio il caso di dire che oggi, più che celebrare la festa dei lavoratori, molti fanno semplicemente memoria, dai loro balconi,  di un  lavoro,che, dopo tanti sacrifici, stanno perdendo  per  le solite incertezze politiche

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