Categoria: Pensiero del giorno

La tristezza di molti cristiani

volto triste

C’è una tristezza leggibile sul volto di molti cristiani che nasce dalla consapevolezza di non ascoltare e vivere in coerenza la Parola di Dio, rinchiusa in una sorta di perbenismo, che appaga l’apparenza, ma non il cuore.Il loro è un ascolto non vibrante, che non scende in profondità, fino a sentire il tormento di sé, al cospetto di ciò che proclama.Si perdono nelle amenità di vuoti ritualismi, che accarezzano la corteccia della mente, ma non allargano il respiro dell’anima che desidera il volto di Dio.E sono proprio costoro che tolgono alla fede il suo sorriso e la vestono spesso con una coltre di ipocrisia, che uccide ogni credibilità.Invece, oggi più che mai, il cristianesimo ha bisogno di trasparente semplicità e, soprattutto di volti sorridenti, nei quali ognuno può vedere e sentire il profumo di Dio.

L’invidia non gratifica

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L’ invidia é un sentimento del tutto straniero al mio modo di pensare ed agire.Guardo sempre con interesse chiunque incontro nel mio cammino, ben sapendo che  da  tutti, aldilà  di  ciò  che  rappresentano, posso ricevere qualcosa.Mai mi piango addosso, vedendo altri migliori di me;  anzi, mi ringalluzzisco, rubando da essi quello che mi manca.Rodersi al cospetto di chi é veramente bravo, rivela solo una povera fragilità psichica, che, se non misurata nel tempo, diventa cattiveria.Del resto, l’invidia  non gratifica, ma impoverisce nel cuore e nella mente.Invece, chi  con  semplicità riconosce  il talento altrui e cerca di emularlo, si arricchisce e vive senza il tarlo della gelosia.

La nascita del nuovo Anno

Perdersi nel tempo senza gustare il suo scorrere è profondamente triste. Non cogliere la possibilità di vita, che ogni istante racchiude in sé, è come un lento morire alle meraviglie, che lo spirito dona a chi si lascia aprire dalla sua bellezza. E’ solo uno smarrirsi in tante corse senza meta che creano un  senso di vuoto  e di insoddisfazione.

E’  la storia di molti, che si consumano in un movimento perenne, senza mai nutrire speranze reali di  futuro, bagnato dalla volontà di essere e non di sembrare nel solito circuito di fragili finzioni.

Al cospetto di quest’anno, già morente tra il chiasso e la baldoria, quasi celebrazione liberatoria di tutto ciò che non produce piacere o non è moda, è indilazionabile l’urgenza di rivisitare  il proprio vissuto, onde cercare e trovare nuove spinte propulsive, per configurare e qualificare quell’onda di umanità, che rende tutti più buoni e, soprattutto, più attenti  a quelle sue orme, che il tempo incide in ogni cuore.

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E il Signore non può non ascoltare

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Troppe volte soffochiamo il respiro della preghiera,
solo perchè pensiamo di non essere ascoltati.
Ci lasciamo sopraffare dalla fretta di avere ciò che chiediamo
e non ricevendolo subito,  ci convinciamo di non essere più amati.
Invece,  non è così,  anche perchè le ore di Dio sono diverse dalle nostre.
Non solo,  ma a nessuno fa mancare il suo amore sia quando esaudisce le richieste,
sia quando,  nella voluta sordità,  vuole la perseveranza.
Una fede vera, umile e paziente non ha mai fretta.
Continua sempre a chiedere, a cercare, a bussare.
E il Signore non può non ascoltare.
Anzi, è talmente sensibile alla fede viva ed insistente,
che facilmente si lascia da essa plasmare e piegare.
Ed  è  l’ unica via da percorrere,
se vogliamo strappare dal suo cuore ciò che vogliamo.

Non ci sappiamo più ricreare

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Il problema grave, che oggi più di ieri, ci affligge, non è la mancanza di coraggio per difendere o lottare per una idea,

é  l’ assenza, per non dire, il vuoto delle idee che impregna la nostra mente.

Non ci sappiamo più ricreare.

Abbiamo chiuso l’ orizzonte del pensiero forte, scivolato  al seguito di sole banalità.

Nulla sappiamo inventare per noi stessi e tanto meno per gli gli altri.

Preferiamo aspettare che sia sempre qualcuno a schiudere idee per noi.

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Solo in Te possiamo cambiare

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Solo alla  fine, dopo aver prosciugato inutilmente tanti pensieri e aver visto naufragare speranze e desideri,  ho pensato di alzarmi in piedi  e  guardare in alto.

Qui  ho trovato veri spazi di  luce e nuove vie,  che hanno invertito i miei schemi: non più un  povero gomitolo attorcigliato da vecchio cotone,  ma un uomo sciolto,  lanciato verso la bellezza dell’Invisibile, dove  persino una brezza leggera  si fa carezza d’ amore.

Qui mi sono riconquistato e ciò che prima sembrava senza senso, ora respira ricchezza di vita sgorgante da una fonte di pace,  che copre di interesse cose e pensieri.

Sono veramente un altro, che, pur sapendo di navigare in un mare, aperto sempre a possibili ondate, che gettano alla deriva, avanzo sereno, sicuro che, in ogni naufragio, potrò ascoltare la Voce che mi dice:” Vieni, sono Io”.

Come arginare la tentazione

fiume

E’  veramente  difficile mantenersi in equilibrio, quando insorge il desiderio del proibito o affiora il grido della tentazione.

Ci si trova spesso al cospetto di un intarsio di moine, che fanno apparire felicità, un povero istante di ebbrezza.

É  la solita  frenesia di un falso sogno, che prima esalta il momento da vivere e, poi,  getta nello scoramento, quando  tutto si consuma in una pagina di tristezza.

Purtroppo, in ognuno c’ è una forte dose di debolezza e , per quanto cerchi  di mostrarsi  lineare, in sé  è  sempre  incerto; è un pò   come un  fiume, che segue  la linea di minore resistenza, perciò é tortuoso.

L’ unica forza capace di arginare le sinuosità e fornire una barriera di difesa  é soltanto la grazia, che Dio dona in abbondanza a chi,con cuore contrito, la chiede.

Bellezza combinata

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É un momento di grande stupore lasciarsi attrarre
dalla bellezza combinata del mare e del cielo,
soprattutto quando gli occhi si lanciano lontano
e li confondono in unità.
Qui,sembra vedere un intarsio di cielo, a  volte di mare,
tutto sempre in una cornice di grande curiosità,
dove il mistero avanza e scruta l’ anima  con tante domande.
All’ improvviso, si  aprono orizzonti nuovi, dove é facile
gustare un profondo desiderio di infinito, che eleva la stessa umanità.

Tutti siamo un pò vanitosi

Tutti siamo un pò vanitosi.
La vanitá é un corollario della nostra umanità.
Chi non si trucca, non fa uso  di creme, di profumi o non accarezza le labbra di rossetto?
Chi non sceglie un abito diverso dall’altro, attratto dalla sua manifattura o dalla fama del marchio?
Chi non si lascia a volte sedurre dalla moda?
Un pò di vanitá non dispiace.
Il necessario però che non diventi idolatria o fasciatura della propria verità.
A poco o a nulla serve ostentare ciò che non è vero.
È un istante che subito passa.
Invece, crea sempre attrazione la verità di se stesso,un fascino in cui non manca però quel minimo di sfumature,
che l’intelligenza non smette di inventare per la bellezza dell’umanità.

Il silenzio di chi tace

silenzio

Tu credi che le parole gridate vengono sempre ascoltate ed accolte per ciò che riferiscono.

Invece, non è  così. A volte colpisce più il silenzio di chi tace, che le parole di chi grida.

Purtroppo, oggi più di ieri, c’ è una idolatria della parola, per cui è  più  facile trovare chi mostra un continuo parlare senza silenzi, che chi vive un silenzio parlante, però senza parole.

Cosi, molti parlano e non dicono nulla, a differenza di altri che tacciono e con il loro non parlare, dicono molto.

La verità è  che mentre la mente è  una fucina di belle parole, che le labbra accarezzano,  ma non animano, e, quindi presto si perdono, il silenzio è  il crogiuolo del cuore, da cui ogni parola che esce, è  solo un suo effluvio di maturazione.

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