Balconear

balcone
Non siamo diversi: io dal pulpito, tu dal balcone
preferiamo guardare e non camminare, indugiare
e non tuffarci tra le onde della vita,per salvare
chi annaspa in difficoltà ai margini della fede

Giochiamo con l’apparenza,spettatori di ciò che

fa scena,lontani da chi vibra emozioni di cuore

e non siamo credibili sia io che tu,impantanati

in una fiera di parole,che scorrono senza anima

Sciupiamo la fede a povera etichetta da circolo

utile agli schemi di numero e non della qualità

che spinge a fremiti di rinnovamento profondo e

a congedarci dal balcone per scendere in strada

Qui impariamo ad amare Cristo come Egli vuole e

non come noi desideriamo:pellegrino senza fissa

dimora in croce alla miseria con le mani aperte

povero errante con il volto trafitto dal dolore

Qui tra le tende mai chiuse,dove udiamo respiri

di abbandono e lacrime di fame,scopriamo Cristo

che,benché affamato assetato bisognoso di tutto

sorride ad ogni gesto d’amore fatto in nome suo

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