Non trasformate il Sinodo sulla famiglia in un contenitore di reciproche contraddizioni o di posizioni stereotipate. Non imprigionate il fremito dello Spirito nel guscio di una fiera verbale, appesa ai soli principi, che vi allontanano sempre di più dall’odore della sofferenza umana. Spalancate,almeno per una volta, le finestre del vostro cuore. Affacciatevi sulle periferie esistenziali, dove potete conoscere il dramma della miseria, ma anche la tristezza di tante persone, divorziate e risposate, che vivono la loro fede come in un limbo, nel gioco di povere e generiche attenzioni ecclesiali. Avvicinate, dialogate con queste famiglie, che si reputano di seconda classe, e scoprirete quanto sia celestiale la bellezza della loro accettazione e donazione. Non vi chiedono di abdicare alla verità dell’indissolubilità, ma solo di trovare anche per esse spazi evangelici, che le aprono ai respiri di accoglienza e di misericordia.